Allora,
spogliamoci per qualche istante dal ruolo di difensore, iniziamo a vedere
nostro figlio con occhi più “emiliani”.
Un conflitto avvenuto non vede mai
interagire santi con diavoli, ma solamente bambini che difendono il proprio
campo, come possono. Bambini che devono imparare a comunicare, a condividere, a
lasciare andare ma anche ad esprimere le propria idee e volontà senza nuocere.
Questo è il
momento di parlare. Con un minimo di distacco, facciamo notare ai nostri
bambini le due parti coinvolte nel conflitto: come ha agito l’uno e come ha
agito l’altro.
Mettiamo in luce ciò che, a prima vista, resta nascosto. Diamo
la possibilità ai nostri bambini di comprendere le relazioni tra gli esseri
umani e la vita.
Dott.ssa Simona
Gherpelli
Pedagogista
Olistica e Insegnante Yoga
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