Hanno puntato innanzitutto sull'indiscussa facilità di utilizzo dei loro prodotti per un target giovane, ma non di "primo pelo" e neppure di prima relazione, a dirla tutta. In effetti, da separato, la prima cosa che fai quando vuoi riassortire casa è ciò che (avendo saputo che esisteva) avresti fatto anni prima: razzia di ogni cosa funzionale-colorata-innovativa che avevi visto dopo pochi anni di matrimonio, proprio all'Ikea, una domenica pomeriggio mentre fuori pioveva e tu, trascinato a far shopping, pensavi all'avvicinarsi inesorabile della vostra crisi del settimo anno.
"Se dovessi rifar casa, comprerei tutto qui" è la frase
che probabilmente i muri di tutte le Ikee del mondo hanno sentito dire più
spesso dai clienti mentre più o meno consciamente progettavano una
"fuga". La casa attuale non avrebbe certo potuto contenere
l'essenziale libreria Billy accanto al mobile di pregio ereditato e fatto
restaurare dalla nonna, apposta per il tuo matrimonio. E tantomeno il tagliere
girevole, oggetto di infinite discussioni con tuo marito, che lo odiava. Ma ora
che la casa era in esclusiva, beh... allora...!
L'idea
dello spot di riprodurre la stessa cameretta del figlio nelle due case ha un indiscusso impatto
emozionale, "di pancia", come si dice. E' ciò che probabilmente volevano smuovere i venerandi
del marketing di questa campagna. Bravi, non c'è che dire, i creatori dello spot (l'agenzia Åkestam Holst) diretto da Jesper
Holst e Michal Sitkiewicz.
Dal
punto di vista psicologico e a mio parere, questa storia racconta invece di un
edulcorato tentativo di soluzione di un problema enorme, che presenta più di un
rischio relazionale. Il tema è quello ampiamente studiato in psicologia e
raccontato semplicemente nel prezioso libretto terapeutico per bimbi "Due di
tutto" dell'artista Arianna Papini: i bimbi, con la separazione, finiscono
per non sentirsi mai "interi" nè da una parte nè dall'altra. Dalla
mamma manca papà e da papà manca mamma. L'idea di un'unione, dunque, diversa da
prima, ma ben presente nella testa del bambino, viene sempre mantenuta e
rafforzata nel corso dei sostegni psicologici alla famiglia in fase di
separazione. Nell'idea dei figli, dal più piccino ai maggiorenni, viene infatti
promossa e tutelata l'idea che mamma e papà rimangano uniti, almeno nel ruolo
di genitori.
L'idea di continuità tra le due camerette identiche, invece, non è
necessariamente positiva. Questa
pubblicità, infatti, lodevole nelle intenzioni ma fuorviante per una reale
crescita evolutiva della famiglia post-separazione, fa leva in realtà sui sensi di colpa dei genitori, soprattutto su
chi se ne è voluto o dovuto andare in una nuova casa. La visione di questo
racconto è inserire d'ufficio i genitori nel delirio d'onnipotenza che vorrebbe
limitare i danni dell'impatto, inevitabilmente devastante, di una separazione
genitoriale. L'impatto c'è. Ed è emotivamente devastante, ve lo confermo. E'
paragonabile ad un lutto in vita, come quando in guerra scomparivano
inspiegabilmente persone poi date per disperse o come quando l'amato micio si è allontanato da casa e tu non sai che fine può aver mai fatto. Personalmente sono a conoscenza di madri separate che non pronunciano mai la parola "papà" al figlio piccolo, esattamente come accadeva molti decenni fa quando decedeva uno dei due genitori che semplicemente veniva fatto sparire dalla vita fisica e affettiva della famiglia.
inspiegabilmente persone poi date per disperse o come quando l'amato micio si è allontanato da casa e tu non sai che fine può aver mai fatto. Personalmente sono a conoscenza di madri separate che non pronunciano mai la parola "papà" al figlio piccolo, esattamente come accadeva molti decenni fa quando decedeva uno dei due genitori che semplicemente veniva fatto sparire dalla vita fisica e affettiva della famiglia.
Credete
che esageri? Non è così e purtroppo alcuni professionisti coinvolti nelle
separazioni non sono immuni da responsabilità sul reale benessere di alcune
famiglie. Questo accade, puntualmente, soprattutto tra genitori litigiosi,
ovviamente, ma anche tra genitori che si tollerano o si evitano, come appaiono
i protagonisti di questo spot.
Ma
ecco l'inganno: se due genitori si sono separati ci sono dei motivi, in
presenza di figli di solito i motivi sono molto, molto validi. Ovvero con figli
piccoli, solitamente non ci si separa
certo "a cuor leggero", ma dopo tormentatissimi mesi, a volte
anni, di tentativi di riappacificazione e rovinosi fallimenti, consultazioni da
avvocati, preti, commercialisti e cartomanti. Psicologi e Mediatori Familiari
accolgono, spesso purtroppo oltretempo, storie oramai perdute. Questi genitori
non hanno trovato un modo per stare insieme, nonostante tutto, ed è possibile
che abbiano idee differenti su come si affrontano alcuni aspetti fondamentali
della vita. E' vero, ci sono alcuni casi nei quali i figli possono essere
evidentemente in pericolo per inadeguate capacità genitoriali o per motivi
gravi non dipendenti dalla volontà del genitore, ad esempio per una malattia.
In generale però avere due genitori con idee, etnia, abitudini o religioni
diverse può diventare una risorsa incredibile per i bimbi, sia in costanza di
matrimonio che da separati e, aggiungo, anche in presenza di conflitti aperti o
di modi diametralmente opposti di gestire le stesse situazioni.
Perciò
se due genitori in separazione mi chiedessero, in consulenza: cameretta uguale?
La mia risposta sarebbe: anche no!
I
genitori separati hanno come incarico quello di superare rancori e vecchie
ferite e superare se stessi nella comprensione del senso di ciò che è successo.
E' necessario cercare e trovare nuove parole.
Nel
rilanciare questo video nello spazio Facebook "Step Parent - Crescere con figli
altrui" (=> Step Parent) ho ricevuto alcuni messaggi di genitori separati
risentiti, a cui questo spot ha riaperto vecchie ferite, rievocato ricordi
dolorosi che neppure una scelta ingenuamente empatica nei confronti del bimbo
è riuscita a lenire. Quel bimbo appare sempre triste e lo si immagina così
anche dopo aver scoperto la "sorpresa": chi ci è passato sa come
funziona nella realtà.
Una
mamma, in particolare, mi scrive, raccontandomi lo strazio della prima volta che sua
figlia dormì dal papà, dopo la separazione:
"Lui l’è venuta a prendere in casa, abbiamo
scherzato un pochino, eravamo tutti e 3 un po’ straniti, si sentiva qualcosa di
diverso, ci siamo salutati, lei mi ha abbracciato con nonchalance, io ho
iniziato a sentire il pianto dentro. Non l’ho dato a vedere, ci siamo salutate
ridendo, e poi ricordo che sono rimasta a guardarli, con la porta della sala
mezza chiusa, mentre dandomi le spalle si allontanavano lungo lo stradello
verso l’uscita di casa. Lei gli ha dato la mano, aveva uno zainetto sulle
spalle con il pigiamino e le cose che si era voluta portare dietro. E io ho
sentito un senso di lacerazione terribile. Lo strappo, una famiglia rotta. Un
senso di dolore indescrivibile. Quello che le avevamo procurato. Il fatto che
la stavamo costringendo a diventare una bimba con la valigia."
Lo
so: Ikea fa mobili, non consulenze psicologiche, ci mancherebbe. Tuttavia
dipingere necessariamente la famiglia separata come una famiglia
"sfigata", la mamma indispettita, il padre con le ore contate dal
tribunale e la casa precaria, non rende onore all'enorme fenomeno delle
famiglie separate, che comunque sopravvivono e, spesso, scommettono con fatica
e coraggio su una nuova relazione e su una fetta di quella speciale felicità
riservata a chi si guadagna le cose con lacrime e sudore, non semplicemente
duplicando camerette da montare.
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Il
mio personale contributo a coloro che stanno attraversando un momento difficile
e soprattutto a chi è nella condizione di aiutare queste famiglie in evoluzione
è un piccolo e-book dal titolo paradossale
FACILI
(d)ISTRUZIONI PER UNA SEPARAZIONE DEVASTANTE (ovvero, come rovinarsi la vita
quando l'amore non funziona più)
COME RICEVERE GRATUITAMENTE L'EBOOK:
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FACILI (d)ISTRUZIONI PER UNA SEPARAZIONEDEVASTANTE
inviandomi una mail a mg.schembri@famigliando.it e lasciandomi la vostra in cambio, in modo da potervi aggiornare sulle iniziative che realizziamo.
Maria Grazia Schembri
Dottoressa in Psicologia
e Mediatrice Familiare
Info sulla Dott.ssa Schembri dal Blog Famigliando
Info sulla Dott.ssa Schembri da Facebook
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