A volte, nelle
storie che mi vengono consegnate in consulenza di coppia,
emerge con grande
prudenza la tematica del "tradimento". Lui per lei, lei per lui...
In una realtà
spesso "costruita" dove anche le relazioni d'amore sono classificate
come fossero malattie, il tradimento è un palliativo diffuso, praticabile,
addirittura "consigliato", ma dagli effetti collaterali difficilmente
quantificabili. Il "potere emancipativo del tradimento" di cui
parlava Hillman è stato stuprato da "le 10 regole per tradire e non farti
beccare" (regolette in pseudo-articoli cercaclik, che appaiono a chiunque
frequenti i social). Retrocessione in tempo reale: la Bellezza perde
l'integrità, l'Amore il suo potere di allontanare gli Umani dal pensiero della
propria finitezza.
Si dice che amore e
tradimento, nella vita, non vanno mai di pari passo: se c'è l'uno difficilmente
c'è l'altro. Tuttavia questo è vero solo se consideriamo il tradimento un'azione reiterata,
deliberata e consapevole, mentre la maggior parte delle volte il tradimento non lo è.
Ai fini di
un'analisi psicologica della relazione, infatti, non ha molta importanza
"chi ha tradito chi", ma piuttosto cosa si voleva tra-DIRE.
Cosa vuol dire?
Nelle coppie il
tradimento può essere letto, in chiave sistemica, come l'estremo tentativo di
dire qualcosa che, a parole, non si riesce proprio ad esprimere.
Le parole, nel
loro significato antico, ci vengono sempre in aiuto: interessante notare come
l'etimo "traditor" che significa, appunto,"consegnare oltre", viene usato dai francesi nel senso di "scoprire" e anche "svelare". A volte le lezioni dell'amore, purtroppo, sono dolorose, ma necessarie scoperte.
Generalmente uno
dei due ha scoperto di essere "cresciuto", di aver modificato
pensieri e desideri e ora, come in un vecchio paio di scarpe diventato troppo
stretto, non si sente più a suo agio, ma fatica a condividere con l'altro
questa propria evoluzione personale, temendo giudizi o ritorsioni.
Non sempre, ma
spesso, scopriranno, dopo un periodo di consulenza (non facile, ma possibile),
che in realtà entrambi sono cresciuti e necessitano "solo" nuove
prospettive comuni, che ora, con orizzonti più ampi, possono costruire insieme.
Oppure si
lasceranno, ma avendo distillato, in questo "crogiuolo", molte parti
di Sè, che ora possono emergere per il proprio futuro.
Da ciò che ho
rilevato in questi anni di consulenza, il tradimento si manifesta
fondamentalmente in 3 modalità
La prima modalità
risponde ad un preciso bisogno. Il classico esempio è l'uomo sposato il quale
ritiene di non poter comunicare alla propria moglie le proprie fantasie,
giudicandole troppo "spinte". In realtà forse ha provato a chiedere
timidamente a questa donna di realizzare qualche sua fantasia, ma per vari
motivi queste idee non sono state accolte o peggio, l'uomo è stato deriso o
accusato di perversione. E' probabile che l'uomo in questione tenga a ciò che
ha costruito con la moglie e non intenda separarsene per qualcosa che, alla
fine, reputerà solo un'esigenza fisiologica personale. E' l'uomo (ma capita
anche alle donne) che non intende farsi scoprire, perciò sceglie di non
lasciarsi coinvolgere emotivamente, per non incappare in inutili complicazioni
e preferisce corrispondere un prezzo come farebbe con un qualsiasi
professionista. Il suo tradimento non lascia tracce ed è utile solo a mantenere
un equilibrio omeostatico familiare. In questo senso e in questa forma, sì, il
tradimento serve.
La seconda
modalità ha il gravoso incarico di consentire il passaggio ad altro stato,
staccandosi velocemente dalla relazione ufficiale in essere. E' la modalità che
io chiamo del "traghettatore": si sceglie, più o meno
consapevolmente, una persona che sostenga emotivamente il soggetto nel corso
della sua transizione fuori dalla coppia. La relazione con la terza persona
nasce come clandestina, ma non ha la forza di uscire allo scoperto, perchè la
persona "scelta" ha già impegni familiari, di immagine pubblica o
complicazioni personali che impediscono un reale impegno alla luce del sole.
Spesso la persona che utilizza un traghettatore pensa sinceramente di essersene
innamorato/a: la forza di quella passione, seppur complicata, permette di
prendere le distanze da una situazione spesso "stagnante" con il
proprio partner che solo attraverso l'energia di un nuovo amore, anche se
posticcio, si riesce a lasciare andare.
La terza è il
tra-dire, una bizzarra etimologia per raccontare ciò che solo attraverso la
scoperta di un tradimento ci autorizziamo a dire. Dire-Tra, una modalità
comunicativa spesso dolorosa, paradossalmente per entrambi i partner, che
tuttavia decidono di "lavorarci sopra". Quest'ultima modalità è la
più interessante dal punto di vista psicologico, perchè è l'unica sulla quale,
con il consenso di entrambi, è possibile trasformare una situazione
apparentemente irrisolvibile in una incredibile risorsa per i partner.
Per una
comprensione del tradimento in questi termini, tuttavia è una buona idea
rivolgersi ad un professionista, un "terzo neutrale", che aiuti nella
gestione del sovraccarico emotivo che, necessariamente, il sapere o l'ammettere
un tradimento comporta.
Maria Grazia Schembri
Dottoressa in Psicologia e Mediatrice Familiare
Di seguito link a Radio Cusano Campus, dove il 5 maggio Annalisa Colavito intervista la dott. Schembri sul tema del tradimento.
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